RECENSIONI
Una novità non nuova, ma super
Una serie che ha cambiato completamente il modo di intendere le produzioni locali. Non dimentichiamo infatti che La Casa di Carta è stata trasmessa la prima volta da Antena 3, che, non so se avete presente, ma è l’emittente che mandava in onda Paso Adelante. Cioè: PASO ADELANTE. Dunque in Spagna passano da Paso Adelante alla Casa de Papel, noi invece…. ah no, questa è un’altra (triste) storia.
Insomma La Casa di Carta, entrando nella grande famiglia di Netflix a gamba tesa, anzi tesissima, ha alzato ancora di più la lancetta della qualità di queste produzioni: d’ora in poi chi vuole stare al passo deve tenere conto di quell’asticella o non emergerà. Altre serie di produzione locale stavano già muovendosi in questa direzione (come la tedesca di Dark, ad esempio, altra serie originale Netflix di assoluto merito e qualità prodotta in Germania), ma, pur nel loro grande successo, nessuna era riuscita a far prospettare l’ipotesi di un vero doppiaggio in lingua inglese (anziché lingua originale + sottotitoli in inglese). Questa è un nota di merito fondamentale, soprattutto considerando che Netflix (società californiana) sa bene che gli americani non hanno la stessa nostra scuola di doppiaggio nonché la nostra molto mitteleuropea attitudine a servirsene in modo del tutto naturale. In sostanza La Casa di Carta ha attirato l’attenzione, come a voler dire: “visto che non siete gli unici a saper usare soldi e macchina da presa?”. Questa è il modo in cui si trasforma un prodotto locale in un prodotto mondiale.
Entrando nel merito, la particolarità di questa serie sta nel fatto di saper gestire i propri mezzi e le proprie ambizioni, per canalizzarle verso un unico obiettivo: offrire un prodotto che piaccia, senza particolari virtuosissimi tecnici o artistici (anche se ce ne sono).
Il fatto è che ormai è già stato detto e creato un po’ tutto quello che c’era da dire e creare: il merito di chi crea intrattenimento sta nel capire proprio questo e agire di conseguenza. Ma come si fa? Si prendono le solite cose, le solite materie, i soliti stereotipi e li si rimaneggiano sotto nuove luci. Perché è lì che sta la novità: sta nel prodotto finale, non più solo ormai negli ingredienti. Nella Casa di Carta, a volerli vedere e analizzare con un pizzico di occhio critico, ci sono i soliti personaggi stereotipati, i soliti buoni, i soliti cattivi, il solito genio, la solita pazza scatenata, i soliti colpi di scena e le solite situazioni prevedibili e telefonate, ma vengono presi uno ad uno e ti vengono mostrati sotto una nuova luce. Il risultato? Il risultato è che a te spettatore sembra tutto nuovo, e ti piace. Eccome se ti piace. Sembra una novità eppure non la è, ma la maestria di chi cucina il prodotto sta proprio in questo. Sì, perché ormai la vera originalità è un metallo prezioso così raro da non poter più essere (purtroppo) più trovato allo stato grezzo, ma solo mescolato in percentuali più o meno alte all’interno di altri metalli. La Casa de Papel, comunque, è una lega piuttosto ben riuscita, anzi, veramente ben riuscita, che tiene incollati al televisore tanto da dover ogni tanto costringere persino Netflix a chiederti: “stai passando troppe ore davanti allo schermo: tutto bene?”
3,2,1..Azione!
se stai cercando una serie con un po’ d’azione è assolutamente da vedere.
io me la sono mangiata in 3 giorni
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